E
se la musica fosse una lingua perduta di cui, dimenticato il senso, serbiamo l’armonia?
La musicoterapia, ecco un’altra forma di linguaggio non verbale promossa
dall’Aipes e realizzata dal Consorzio Intesa per i Centri Diurni “La Casa del
Sorriso” di Sora e “Percorsi” di Arpino. La musica che ci raggiunge oggi
proviene dal Centro “Percorsi”. Questa modalità di approccio alla Persona che
utilizza la musica o gli elementi musicali (suono, ritmo, melodia, armonia),
interviene a livello educativo, riabilitativo e terapeutico, facilita la
comunicazione, l’apprendimento, la relazione, la motricità, l’espressione. La
musica come mezzo attraverso il quale i ragazzi tirano fuori le proprie
emozioni con la mediazione della figura del musicoterapeuta, Fabrizio nel
nostro caso. Il “maestro” arriva al Centro con indosso un gran sorriso, una
chitarra in spalla ed un borsone che agli ospiti del Centro piace chiamare
“strumentopoli” e che ha dentro tutti gli strumenti per fare il più gran
baccano possibile.
Attraverso
un adattamento ed una personalizzazione tecnica volta per volta, un approccio
recettivo (che si basi sull’ascolto di sequenze che si sintonizzino con lo
stato d’animo del paziente e ne stimolino la reazione) o attivo (che preveda l’interazione
tra musicoterapista e paziente tramite la produzione di suoni utilizzando la
voce o gli strumenti musicali) Fabrizio configura gli appuntamenti.
Oggi
si siede al tavolo dove i ragazzi entusiasti, puntualmente raccolti in cerchio,
lo aspettano; chiede “Pronti?” e da il “Via!”. Imbracciata la chitarra, dà vita
ad uno scambio reciproco di proposte da cantare e suonare insieme, ogni ragazzo
propone una canzone e tutti la cantano. Fabrizio mette in gioco la sua identità
e cerca di accogliere quella dei ragazzi in un gioco dinamico dove la musica
diviene l’intermediario della comunicazione, energie sonore e musicali di due
identità all’interno di una comunicazione intenzionale che rende il canale comunicativo
nuovo ma unificato. Tutti reagiscono alla musica, senza eccezioni. Tutti
cantano. Se si tratta di vecchie canzoni o canzoni conosciute, sembrano toccare
corde della memoria e dell’ emotività difficilmente accessibili.
E’
sorprendente vedere i ragazzi reagire immediatamente ad una canzone familiare.
In principio sorridono, poi in qualche modo riescono a tenere il ritmo e infine
lo seguono. Si va su su, con un tour che omaggia le più belle canzoni della
musica italiana di sempre: si sale sulla motocicletta 10 HP di Battisti, si fa
un giro per i colli bolognesi dei Luna Pop, ci si fa trasportare dal vento
della lontananza di Modugno, sempre con Modugno ci si ricorda che ci hanno
inventato il mare (Meraviglioso) e con 4 Marzo di Lucio Dalla ci si fa un giro
giù al porto. Tutte le canzoni vengono chiuse da un vigoroso “Za Za” e giù
risate. Ora un po’ di sano baccano con “strumentopoli”, tutti i ragazzi
utilizzano a turno degli strumenti musicali e se li scambiano, e poi… La seduta
è tolta.
Alla
prossima.
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