lunedì 4 febbraio 2019

“Il giorno della memoria visto con gli occhi dei bambini” del Centro Diurno per Minori di Lenola.


Il termine ebraico Shoah significa una catastrofe. Una tempesta devastante, e probabilmente non ci sono parole migliori per descrivere quella che fu una catastrofe non soltanto per gli ebrei, ma per tutto il mondo. Non sappiamo se all’inizio la retorica di Hitler fosse solo propaganda. Tutto quello che sappiamo è che, dopo anni di atroci discriminazioni che rendevano la vita impossibile per gli ebrei tedeschi, nel 1942 la Germania nazista adoperò spazi, uomini e risorse per mettere in pratica ciò che i gerarchi nazisti avevano definito “la soluzione finale”: lo sterminio di tutti gli ebrei con l’Olocausto, la forma di “sacrificio” in cui le vittime venivano interamente bruciate.


Come ogni anno, il 27 gennaio si celebra la Giornata della Memoria in cui si ricordano le vittime dell’Olocausto. Per il diritto ed il dovere di fermarsi a ricordare. Perché tutto questo non accada mai più. 

Il 27 gennaio, i bambini del Centro Diurno per Minori Lenola hanno celebrato la Giornata della Memoria. Le operatrici hanno raccontato e discusso con i bambini riguardo l'importanza di ricordare e di conoscere per non dimenticare. Difficile affrontare determinati argomenti con i bambini ma le operatrici del Centro lo hanno fatto con delicatezza, senza addentrarsi troppo nei particolari. Importante è stato che i bambini abbiano avuto la loro guida e la loro presenza, nell'affrontare questi temi; successivamente avranno modo di elaborare in autonomia ciò che hanno visto e sentito, porsi o porci delle domande per capire e approfondire. Per far capire loro il dramma che i piccoli ebrei della loro età hanno vissuto è stato sufficiente che a parlare siano stati bambini come loro. Lo hanno fatto leggendo questo estratto dal film "Il bambino con il pigiama a righe".

Bruno: "Potresti venire a cena da noi una sera, ti va?"
Shmuel: "No, io credo di no, come passo la rete?"
Bruno: "Ma questa è per non far scappare gli animali, no?!"
Shmuel: "Gli animali? No, è per non far scappare le persone!"
Bruno: "Cioè, vuoi dire che tu non puoi uscire? Perché? Hai fatto qualcosa che non va?"
Shmuel: "Io sono ebreo"

 Lo hanno fatto con la visione di due cortometraggi adatti ad un pubblico di bambini.  E lo hanno fatto realizzando un cartellone dedicato alle vittime bambine, come loro, e tutte. Cartellone dal titolo: “Il giorno della memoria visto con gli occhi dei bambini”, su cui hanno impresso dei disegni da loro realizzati.



Hannah Arendt parlava di male, nel suo libro “La banalità del male”. Il male dei totalitarismi. «Quel che ora penso veramente è che il male non è mai 'radicale', ma soltanto estremo, e che non possegga né profondità né una dimensione demoniaca. Esso può invadere e devastare il mondo intero, perché si espande sulla superficie come un fungo. Esso 'sfida' come ho detto, il pensiero, perché il pensiero cerca di raggiungere la profondità, di andare alle radici, e nel momento in cui cerca il male, è frustrato perché non trova nulla. Questa è la sua 'banalità'. Solo il bene è profondo e può essere radicale». Solo il bene è profondo e può essere radicale. Ricordiamocelo.




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