giovedì 28 marzo 2019

Musicoterapia improvvisata. No!!! Non in quel senso. Tutt’altro che improvvisata. Mirata. Leggete e vi spiegheremo il perché.


Al Laboratorio di Musicoterapia con i ragazzi del Centro Diurno per Disabili “Percorsi”.




Anche quest’anno al Centro Diurno per Disabili “Percorsi” di Arpino, gestito dalla Cooperativa “Phantasia” con il Consorzio Intesa, non poteva non esser contemplato il laboratorio di Musicoterapia.
Oggi vi portiamo ad uno degli incontri del laboratorio. Ci accolgono i ragazzi e le operatrici con l’affetto di sempre ma loro ve li abbiamo presentati, li conoscete. Prima di portarvi con noi nel vivo di questo sonoro incontro, vogliamo presentarvi il Maestro Giampiero Carollo, che con loro ci aspetta. Giampiero, nell’alta professionalità ed umiltà che lo distinguono, si presta ad una piccola intervista per presentarsi e spiegarci cosa sia davvero la Musicoterapia.




-Giampiero, vorresti presentarti?
-Assolutamente. Giampiero, Musicoterapeuta. Iscritto al Conservatorio “V. Bellini” di Palermo all’età di 13 anni, ho conseguito la licenza di solfeggio e il compimento inferiore di pianoforte in quattro anni. Mi sono immmatricolato presso il Triennio Sperimentale di Pianoforte dello stesso Conservatorio di Musica. Concluso il Triennio di I Livello, mi sono iscritto al “Corso Quadriennale di Musicoterapia di Assisi”. Successivamente, mi sono immatricolato presso il Conservatorio “A. Casella” di l’Aquila frequentando il “Biennio di Specializzazione in Musicoterapia”, diplomandomi con il massimo dei voti. Da 7 anni lavoro con tutte le fasce d’età, tantissime esperienze lavorative e numerosi progetti.

-Potresti spiegarci in cosa consiste la Musicoterapia ed in che modo la applichi qui al Centro con i nostri utenti?
-"La musicoterapia è l'uso della musica e/o degli elementi musicali (suono, ritmo, melodia e armonia) da parte di un musicoterapeuta qualificato, con un singolo o un gruppo, in un processo atto a facilitare e favorire la comunicazione, la relazione, l'apprendimento, la motricità, l'espressione, l'organizzazione e altri rilevanti obiettivi terapeutici, al fine di soddisfare le sue necessità fisiche, emozionali, mentali, sociali e cognitive. La musicoterapia mira a sviluppare le funzioni potenziali e/o residue dell'individuo in modo tale che esso possa meglio realizzare l'integrazione intra e interpersonale".  Io faccio un modello musicoterapeutico improvvisativo (dove si suona) ma c’è anche il recettivo (dove si propongono ascolti). La Musicoterapia improvvisativa è una metodologia scientifica che si propone di instaurare una relazione terapeutica stabile tra terapeuta e paziente attraverso il "suonare insieme". Il paziente non deve possedere determinate capacità musicali. L'obiettivo, infatti, non è quello di fare musica seguendo un'estetica, ma quello di relazionarsi attraverso il suono, il che si può tradurre in musica ma anche in produzioni sonore aleatorie (es. rumori di percussioni casuali). Tutto ciò avviene attraverso la manipolazione di strumenti musicali appartenenti soprattutto allo strumentario Orff (che include tamburelli, metallofoni, xilofoni, ovetti, maracas, etc...). Il metodo si rivela particolarmente efficace di fronte a una determinata sintomatologia inerente le capacità relazionali (es. attenzione, memoria, tono ansioso, tono dell'umore) che è comune a diverse diagnosi. Quello che vado a fare, qui al Centro, è lavorare attraverso la relazione che si crea suonando insieme, sviluppando un ambito ludico e piacevole. Il laboratorio di musicoterapia, qui, a volte, sfocia sul musicale. La musica, sostanzialmente, la scelgo sulla base del loro ISO. Se mi seguite in aula, vi mostro praticamente quanto vi ho detto.


Seguiamo Giampiero che imbraccia la fisarmonica e distribuisce ai ragazzi tamburelli, metallofoni, xilofoni, ovetti, maracas. Giampiero fa partire delle canzoni e i ragazzi, sulle note di “Let’s twist again”, “Guarda come dondolo”, “L’Alligalli”, “Felicità”, “Il gatto e la volpe” , suonano gli strumenti a ritmo di musica, cantano. Sono le canzoni che conoscono e amano e la voglia di animarle è sorprendente. I ragazzi amano la musica “popolare”. Il Maestro lo ha capito ed è stato questo il “segreto” del successo del lavoro che riesce a fare con loro. I ragazzi sorridono, tanto. Uno per tutti, il sorriso di Italo. Italo adora la fisarmonica, quando sente suonare quella di Giampiero, non sta più nella pelle. Diventa bello, ancora più bello. E belli tutti, a suon di musica.








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