giovedì 18 giugno 2020

Nessuna si salva da sola.


L'emergenza Covid-19 e il conseguente lockdown hanno fatto registrare un boom di episodi di violenza sulle donne.


La violenza contro le donne è socialmente trasversale e si declina in maltrattamenti e violenze fisiche o psicologiche. Un fenomeno antico e purtroppo sempre attuale. Ce lo dimostrano i dati forniti dall’Istat, secondo i quali durante i mesi di lockdown le telefonate ai numeri antiviolenza sono aumentate del 73% rispetto allo stesso periodo del 2019. I dati sono stati raccolti dall’Istat in uno studio sulla ‘Violenza di genere ai tempi del Covid’ prendendo in esame le chiamate al numero antiviolenza 1522, in tutto 5.031. La crescita più importante si è registrata in Toscana e nel Lazio. Negli anni sono state create molte attività a contrasto della violenza di genere, che si è scelto di affrontare attraverso azioni di prevenzione e sensibilizzazione, azioni di rete che coinvolgono diversi attori dei territori come le aziende sanitarie, i Comuni, le forze dell’ordine, le associazioni e i centri antiviolenza. Ma non è bastato.

Il timore è emerso sin dall’inizio delle misure restrittive e le apprensioni sono state confermate. Si presumeva che per le donne maltrattate in famiglia la quarantena avrebbe coinciso con un aumento delle violenze a causa dell’isolamento, la convivenza forzata e l’instabilità socio-economica, tutti fattori che in questo periodo di emergenza Coronavirus hanno reso le donne più esposte alla violenza domestica.  E così è stato. La seconda fase dell’emergenza, con la libera circolazione, non ha migliorato la situazione. A seguito della crisi ci sono state pesanti ripercussioni anche lavorativo-economiche sulle donne, ed una donna che perde il lavoro, vive precarietà ed incertezze economiche maggiori, è più fragile e danneggiabile. Ne consegue una ulteriore dipendenza relazionale che non aiuta nell’assumere scelte di autonomia e di uscita dalla dimensione del controllo.

Un motivo per riflettere ed auspicare di portare equilibrio, benessere e giustizia là dove si vivono storie di degrado con un’autentica e fattiva solidarietà con tutto il mondo femminile per contrastare la piaga universale della violenza di genere.

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