lunedì 21 gennaio 2019

Non è grande chi ha bisogno di farti sentire piccolo. Il “Centro Diurno Per Minori” di Monte San Biagio dice NO al bullismo.



Con il termine bullismo si definisce il comportamento aggressivo ripetitivo nei confronti di chi non è in grado di difendersi. I ruoli del bullismo sono così definiti: da una parte il bullo, che attua comportamenti violenti fisicamente e/o psicologicamente e dall’altra parte la vittima, che subisce tali atteggiamenti. La sofferenza psicologica e l’esclusione sociale sono sperimentate spesso da bambini e adolescenti che, senza sceglierlo, si ritrovano a vestire il ruolo della vittima. Le principali caratteristiche che permettono di definire un episodio con l’etichetta “bullismo” sono l’intenzionalità del comportamento aggressivo agito, la sistematicità delle azioni aggressive e l’asimmetria di potere tra vittima e persecutore, cioè uno squilibrio di potere tra chi compie l’azione e chi la subisce, ad esempio per ragioni di età, di forza, di genere e per la popolarità che il bullo ha nel gruppo di suoi coetanei. Si tratta di un’emergenza, che può essere contrastata a partire dall’intervento a scuola.
 A seguito di episodi che si sono verificati durante le ore di frequenza scolastica e anche, seppur in maniera lieve, durante lo svolgimento delle attività pomeridiane tra i piccoli utenti del Centro Diurno per Minori di Monte San Biagio, Il Centro ha organizzato, lunedì scorso, con il maestro Riccardo La Rocca accompagnato da due assistenti e alcuni suoi alunni per la dimostrazione, un’esercitazione in palestra con un approccio alla disciplina del Taekwondo, arte marziale coreana, basandola principalmente sull’autodifesa. Il maestro ha spiegato l’importanza della difesa ma solo nel momento in cui si viene attaccati. Dunque, le discipline marziali come disciplina sportiva nobile ed antica ma mai portatrici di messaggio di violenza. Non pensate ad uno sport violento, la maggior parte di queste discipline insegna proprio il contrario, cioè la tecnica, il rispetto, la disciplina e l’autocontrollo, non calci e pugni a profusione.
Molti genitori dei bambini frequentanti il Centro Diurno hanno assistito alla dimostrazione che ha visto coinvolti i bambini e le operatrici del Centro, ed hanno espresso entusiasmo per la bella iniziativa. I bambini sono stati felicissimi perché tanti di loro non avevano mai avuto un approccio alle affascinanti arti marziali.
Grinta, è l’aggettivo con cui le operatrici del Centro e i bambini hanno definito l’esperienza. Tutti erano motivati e felici. Un sorriso impresso sul volto di ognuno, soprattutto sul viso bambino di chi qualche episodio di bullismo lo ha vissuto in prima persona.  Un’attività costruttiva. Immaginate se ogni bambino imparasse il rispetto, la cortesia e la disciplina che insegnano le arti marziali.


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